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giovedì 19 novembre 2009

MONTREAL DE SOS: castello del Graal


Comincio subito con l’introdurre la nozione di quello che viene definito Graal Pirenaico o Pireneico, come volete. Sapete sicuramente, o dovreste sapere (ripeterò più volte questa frase) che esistono varie ipotesi su quell’oggetto misterioso chiamato Graal, da pietra, a smeraldo, a calderone tipo cornucopia, a coppa. Non ci addentriamo in merito, non è questa la sede, ma anche limitandoci alla interpretazione cristiana più ortodossa, quella di calice appunto, sappiate che esistono alcuni libri che descrivono addirittura il percorso che il Graal, dopo aver raccolto il sangue di Cristo sulla Croce, avrebbe compiuto. Uno di questi tragitti è quello del Graal Pirenaico che a sua volta si può distinguere in due segmenti, uno è quello che ci porta dalla parte spagnola dei Pirenei e che condurrà poi l’oggetto al luogo dove si può tuttora ammirare in una bacheca, la cattedrale di Valencia. Lasciamo da parte questo percorso e concentriamoci invece sul Graal che ha percorso le valli e i monti boscosi della parte francese.
Sapete sicuramente (o dovreste sapere) che vi sono delle teorie più o meno valide, su cui comunque torneremo, che il Graal “potrebbe” esser stato venerato dai catari arroccati nel castello di Montsegur. Dopo la caduta di quest’ultimo ed il rogo dei perfetti, e dopo la scoperta che almeno quattro dei catari erano fuggiti calandosi con le corde dalla vertiginosa parete nord del castello, varie speculazioni sono state fatte. Riparleremo poi del presunto ritrovamento vicino Montsegur, del Graal da parte di Otto Skorzeny, e ci limiteremo qui a notare che un Graal o “il” Graal, potrebbe esser stato portato nel vicino castello di Montreal de Sos, proprio sopra Vicdessos……
Vi preannuncio che a suo tempo feci ricerche in prima persona di questo Graal e ve ne parlerò, lasciate quindi che vi narri la storia di come ne sono venuto a conoscenza e dello stato delle ricerche.
Conobbi l’esistenza di questo Graal, dal libro di Patrick Riviere “sur les sentiers du Graal” delle edizioni Robert Laffont 1984.
L’autore afferma. “ Nel percorso dei quattro sfuggiti al rogo si cita un certo “castrum de So”: ne fa menzione Arnaud Roger de Mirepoix nella sua deposizione agli inquisitori. Ora, curiosamente, lasciando Tarascon sur Ariège, dove si trova il singolare piccolo museo di Antonin Gadal, una strada ci conduce al villaggio di Vic-de-Sos, e poi al castello di Montreal-de-Sos che è uno dei più vecchi castelli della regione, la sua costruzione risale al periodo romano. Fu distrutto dagli arabi e ricostruito verso il 1000, poi di nuovo smantellato sotto Luigi XIII su ordine di Richelieu: si drizza a circa 1240 metri in faccia al picco di Montcalm.
Nello zoccolo roccioso dell’edificio si trova una grotta a doppia entrata, e in un anfratto della stessa si distingue a malapena (tanto i colori sono passati) uno strano affresco policromo, in bianco, nero e rosso rappresentante delle croci, una spada rotta, una lancia, un piatto con cinque gocce di sangue, una lancia alla cui estremità cola ancora del sangue, un sole risplendente, simboleggiante con ogni evidenza il Graal… Antonin Gadal chiamò questa “la grotta dell’iniziazione “ e questa divenne l’elemento centrale e tangibile della tesi del Graal pirenaico! …. I catari avrebbero potuto davvero nascondere l’oggetto sacro qui, perché sarebbe stato al riparo dall’inquisizione, in quanto il castello di Montreal (Mont-Royal!) –de-Sos era posto sotto la protezione del re d’Aragona”.
Fu così che nell’estate del 1985, trovandomi in zona, decisi di mettermi alla ricerca di questo fantomatico Graal: trovata abbastanza facilmente l’ubicazione del luogo rimasi però deluso dai ruderi del castello che sono inesistenti o quasi. Si trovano su un picco sovrastante il villaggio e la scarpata che porta a questi è letteralmente costellata di cavità: intorno a queste scure aperture si trovano letteralmente centinaia di croci incise o scolpite nella roccia in varie epoche, di tutti i tipi e dimensioni. Individuata la caverna che prometteva un accesso possibile, la percorsi nel buio quasi totale, fino a trovarmi all’altra entrata, che però dava su uno strapiombo. Proprio sopra di me, ma irraggiungibile a meno di non avere corde di sicurezza o piccozze, oppure col rischio di una scalata oltremodo pericolosa, erano i pochi resti del castello: Non sono stato capace di trovare il famoso Graal, però devo dire che non ero minimamente preparato alla ricerca, che pensavo più agevole.
Non sono più tornato nel luogo ma ho raccolto altre informazioni: nel 1986 esce “Montsegur et l’enigme catare” del noto studioso bretone Jean Markale, che attacca pesantemente la tesi del Graal Pirenaico, propugnata da Antonin Gadal prima e Otto Rahn poi. Egli afferma testualmente che “ Il disegno (enigmatico, in cui alcuni studiosi hanno creduto intravedere una raffigurazione del Graal) data dalla fine del medio evo, o forse anche dal 17° o 18° secolo e non ha niente a che vedere con i catari. “
E qui dovrei parlarvi della storia complessa di Otto Rahn, della sua identificazione del castello del Graal con Montsegur, della ricerca delle SS del fantomatico tesoro ecc. ecc. Ma di questa storia vi sono libri a profusione e ve la accennerò al capitolo dedicato a Montsegur succintamente.
Qui mi limito ad un mistero nel mistero. In un libro uscito nel 1991, “Emerald cup-ark of Gold” il colonnello Howard Buechner, americano, fa menzione di aver trovato le tracce di una spedizione effettuata dallo svizzero Karl Rinderknecht e apparsa nel periodico tedesco Koralle Magazine al numero 42 del 19 Ottobre 1941 col titolo “In cerca del graal”. In questo articolo si dice che il simbolo fu trovato nei corridoi sotterranei di Montsegur .”” Fu trovata anche una croce templare semisepolta e un lago sotterraneo in una caverna gigantesca”.
Non viene fatta menzione di Otto Rahn che pure aveva battuto gli stessi luoghi, e diffuso la tesi del Graal pirenaico pochi anni prima. Ma nel libro succitato c’è la foto dell’affresco e dalla descrizione corrispondeva a quello della caverna di Montreal de Sos. Sono stato subito certo di questo, anche perché malgrado le dicerie, non mi consta che sotto Montsegur vi siano dei sotterranei, e anni dopo ho avuto la conferma: il graffito, che io al naturale non ho mai visto, è proprio quello di Montreal de Sos. Il lago sotterraneo può inoltre trattarsi di quello minuscolo che si trova nella grotta, questa sì gigantesca, di Lombrives.
Vi do a questo punto le ultime notizie: nel 2005 esce “enigmi di pietra “ di Helmut Lammer (ancora un tedesco!) e Mohammed Boudjada: Essi spiegano dove si trova il graffito. “E’ raggiungibile solo attraverso un sistema di passaggi scavati nella roccia; la salita è pericolosa e non bisogna soffrire di vertigini, Dopo aver raggiunto l’altopiano su cui si erigeva il castello si percorre una salita stretta nella roccia sotto i resti di un torrione, fino a giungere in una caverna dove si trova la grotta e il dipinto citati precedentemente”. Poi il libro dice che qui si possono intravedere immagini anche di un sacerdote del dio Mitra con un berretto frigio che infilza un drago, con un’immagine che ricorda molto l’arcangelo Michele, un toro, corvi, cane e serpenti. Lascio a chi avrà la voglia di proseguire la ricerca il verificare queste asserzioni. Ho trovato però in internet che adesso il castello viene restaurato e messo in sicurezza: Se ciò è lodevole mi chiedo che fine faranno i graffiti, se pure esistono ancora: Speriamo bene…
Fabrizio Frosali

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