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martedì 21 gennaio 2014

Il VIMANA

Sembra che l'impero Rama fosse contemporaneo alla più nota Atlantide e alcuni esoteristi affermano che sia scomparso subito dopo la distruzione del continente atlantideo. Vi sono antichi poemi epici indiani che descrivono quella che pare essere una tremenda guerra tra Atlantidi e Rama, Quest'ultimo impero si estendeva dalla valle dell'Indo fino all'india del Nord.   Molti sono gli scritti che riportano tale guerra e le armi paurose in essa usata. Tra i più noti citiamo il Mahabharata e il Drona Parva. In essi ci sono descrizioni di grandi palle di fuoco che possono distruggere una città intera e di "Sguardi di Kapilla" capaci di ridurre in cenere mille uomini. Probabilmente vi erano più di sette grandi città, oltre a quelle in genere menzionate,  che includevano sicuramente Mohenjo-Daro e Harappa, dove effettivamente si è trovato qualcosa di strano, una evidenza palpabile che qualcosa di tragico deve essere accaduto nel lontano passato.Queste due città  erano i più importanti centri del regno ed erano molto simili tra loro. Potevano ospitare anche 40.000 abitanti e il loro diametro era di oltre 5 km. Erano divise in quartieri, gli edifici costruiti con malta cotta al forno con cortili interni, pozzi e scale e il  sistema fognario eccellente, molto più avanzato di una delle nostre città del XVIII secolo. Ma ad un tratto questa stupefacente civiltà scomparve repentinamente. Una delle ipo-
tesi addotte dagli scienziati per spiegare la loro fine fu proprio la guerra, suffragata anche da segni di bruciature ritrovati sui muri di Mohenjo Daro.  Un testo sanscrito risalente al secondo millennio avanti Cristo, il Rigveda, racconta di un popolo di invasori che intorno al 1500 avanti Cristo, guidato dal dio Indra attaccò le città della valle dell'Indo e le ridusse in cenere. Secondo David Davenport i testi sanscriti non sono solo leggende, ma riportano fatti veramente accaduti e descrivono armi molto avanzate tecnologicamente. Gli effetti di tali devastazioni ricordano le conseguenze di esplosioni nucleari, e Davenport ha ritrovato oggetti come braccioli, e anfore fusi insieme o vetrificati per effetto di un calore dell'ordine di 1500 gradi. Inoltre, quando Mohenjo-Daro fu scavata nel 1950, furono trovati molti scheletri di persone nelle strade, che spesso si tenevano per mano, proprio come le antiche epiche avevano descritto, e il tasso di radioattività che questi resti presentavano era alto come quello dei morti giapponesi a Hiroscima.  Gli ordigni che compivano tali devastazioni erano trasportati da Vimana e vi sono molte descrizioni di questi oggetti  in diversi testi.  Il Ramayana descrive il vimana come una nave circolare o cilindrica, con un doppio ponte, con oblò e un duomo, ma vi erano anche altri tre tipi di macchine volanti.  Sono stati ritrovati anche interi manuali di volo scritti da questi antichi indiani . Uno di questi è il Samara Sutradhara, ma molto più specifico è il Vaimanika Sastra che fu scoperto  in un tempio in india nel 1875 e descrive in dettaglio le manovre di volo, le precauzioni da prendere in lunghi voli, in uragani e come passare dall'energia solare a un altro tipo di energia . I Vimana erano tenuti nel Vimana Griha, una specie di Hangar ,e funzionavano con un propellente di colore giallo.
Una delle città devastate da una gigantesca esplosione si trovava fra il Gange e le montagne di Rajmahal anche questa spazzata via da ondate di  calore  estremo.
Per quanto resti materiali dei Vimana non si siano ancora ritrovati, sicuramente molti templi indu sono stati costruiti ripetendo le forme di queste macchine volanti. L'immagine
che allego, spero lo testimonia. L'altra è un disegno del Vimana, basato sugli scritti epici.