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sabato 19 giugno 2021

L'ARCA, I TEMPLARI E LE SPADE - Presentazione e mia intervista su LIBRINEWS del 19 Giugno 2o21

L’Arca, i templari e le spade: presentazione e intervista a Fabrizio Frosali

Anteprima dal libro "L'arca, i templari e le spade" e cinque domande all'autore

L’Arca, i templari e le spade: presentazione e intervista a Fabrizio FrosaliL'Arca, i templari e le spade
Edito da Fabrizio Frosali nel 2021 • Pagine: 66 • Compra su Amazon

Tutti sanno cos’era l’Excalibur, la mitica spada di re Artù. Ma si trattava davvero di un mito? E se era reale, dov’è finita? Anche Giovanna d’Arco ha usato delle spade, almeno sei, di cui una “magica”. Sono andate disperse anch’esse o esistono ancora? E dove è finita l’Arca dell’Alleanza? Almeno due autori francesi la collocano in due siti diversi della Provenza… Seguendo varie piste l’autore ha compiuto ricerche anche sul campo e correda questo agile libro con molte fotografie appartenenti al suo archivio personale. Non manca un pezzo su una famosa regina dei pirati. Un libro che può essere usato anche come guida per viaggi all’insegna del mistero, nel territorio spettacolare del Verdon (FR) e oltre, alla ricerca degli oggetti misteriosi e magici descritti, pur presenti nel nostro mondo reale.

Un estratto dal libro scelto dall autore
Fu in quel periodo che Riccardo si diresse a Taormina per incontrarsi con Tancredi di Lecce che là risiedeva. Con questo regnante abbiamo visto che i malintesi si erano risolti (le ire di Riccardo erano adesso rivolte più verso Filippo Augusto di Francia). Secondo le cronache del tempo il primo marzo del 1191 Riccardo, che si era mosso da Catania per incontrare Tancredi, lo trovò quasi per caso nelle vicinanze. Dopo esser scesi da cavallo, i due si corsero incontro e abbracciatisi reciprocamente, rientrarono in Catania. Qui Riccardo accettò l’invito di dimorare nel palazzo dello stesso Tancredi, ed è in questo frangente che compare finalmente l’Excalibur. Tancredi aveva regalato al re inglese cavalli, coppe d’oro e d’argento e drappi pregiati. Riccardo accettò solo un piccolo anello, ma ricompensò Tancredi con l’EXCALIBUR, la spada che era stata trovata nello scavi dell’abbazia di Glastonbury.
Si può discutere sul perché il re Plantageneto fece quel gesto. Credeva veramente che quella fosse la spada del mitico Artù? In questo caso perché la regalò a Tancredi, invece di tenerla per sé, visto che era il simbolo della più nobile discendenza? Fu forse un impulso irrefrenabile di generosità da parte di Riccardo, a cui come abbiamo visto era soggetto, oppure a Tancredi fu semplicemente regalato un falso od una copia della spada trovata nell’abbazia? Nello scavo era veramente stata trovata anche una spada? La storia non dice nulla al riguardo, ma sembra che Tancredi abbia apprezzato il regalo, perché a sua volta volle partecipare alla spedizione in Oriente facendo dono a Riccardo di quattro grandi navi e di quindici galee.
E poi? Che fine ha fatto questa Excalibur vera o falsa che fosse? Per anni ho cercato qualche accenno su libri che trattano del periodo, poi alla fine…

Le accuse come si sa erano le solite: rinnegamento del Cristo, venerazione di un idolo, culto dei demoni ecc.. Nel corso dell’interrogatorio Frate Arnold riporta di aver compiuto il 27 ottobre 1307 un viaggio dal castello di Greoux les Bains a quello di Mane con un convoglio di carri. (castelli entrambi tenuti dai templari) Interrogato sul loro contenuto, rispose affermando che contenevano dei manoscritti, degli oggetti sacri, delle tavolette d’argilla scritte e dei cofani. Tra questi ce n’era uno più piccolo che nessuno poteva avvicinare e la cui guardia era affidata a certo padre Hely. Veniva mostrato ai confratelli al momento della ricezione nell’ordine di nuovi adepti. Padre Hely parlava al cofano e questo gli rispondeva in una lingua ignota a tutti poi un busto di vecchio sembrava sorgere dallo strano oggetto. Interrogato su chi fosse questa figura, Arnold rispose che gli fu detto da padre Blacas che era Mosè il guardiano delle tavole della legge. Il metallo del cofano era di materia sconosciuta e padre Blacas affermò che si trattava della famosa Arca dell’Alleanza che era stata recuperata a Gerusalemme nel 1127 e depositata in seguito all’abbazia di Senanque su domanda dei Benedetti Bernardo e Malachia. Una leggenda afferma che un’antica cappella dei templari dedicata a Santa Maddalena esisteva a 13 leghe da Gap, nelle montagne e fu qui che era stata nascosta l’Arca trovata in Palestina. Questa commanderia passò sotto la giurisdizione dell’abbazia di Senanque.
Secondo De Bezaure l’arca sarebbe stata trovata da Hugues de Payen (de Bagarry) da Balthazar de Blacas, e dal Principe di Orange, Raimbaud des Baux, che prese il soprannome di Galaad perché avrebbe ritrovato proprio su questo monte, nell’Oltre Giordano il magico oggetto.
Ora a Mane, castello privato e dunque non visitabile, si sa per certo che esisteva un tesoro…

Intervista allo scrittore

Come è nata l’idea di questo libro?

L’idea di questo libro è nata dal desiderio di porre a conoscenza degli interessati quel poco o tanto che sono riuscito a scoprire circa gli argomenti trattati. I primi capitoli erano già destinati ad esser pubblicati su una rivista da edicola e non lo furono a causa del collasso della casa editrice. Un’edizione di questo libro è già stata pubblicata in forma limitata e a dimensioni ridotte. Faccio presente che questa edizione è in carta patinata e contiene molte foto a colori tratte la maggior parte dal mio archivio personale. Infatti il libro può esser usato come una mini guida per seguitare le ricerche al punto in cui le ho lasciate io nel territorio bellissimo e incontaminato del gran canyon del Verdon, in terra di Provenza.

Quanto è stato difficile portarlo a termine?

La ricerca nel Verdon è costata tempo e denaro, ma limitatamente. Mi spiego. Ho compiuto diversi sopralluoghi negli ambienti descritti, ma poiché l’ambito delle mie ricerche era vasto e molteplice, nello stesso tempo effettuavo anche altre indagini che nel libro non son descritte. Alcune di queste ricerche hanno già visto la luce su una rivista edita anni fa, come dicevo prima.

Quali sono i tuoi autori di riferimento?

I miei autori di riferimento per la ricerca nel Verdon sono Guy Tarade e Bernard Falque de Bezaure. Per gli altri capitoli gli autori da me consultati sono troppi per poterli anche solo elencare, a partire dai principali testi medievali riguardanti la Tavola Rotonda, fino ad alcuni saggisti classici, tra cui John Gillingham e Regine Pernoud. Attualmente mi sto dedicando a scrivere nuovi romanzi di SANDOKAN, il personaggio più grande di Emilio Salgari, e oltre a lui e ai suoi innumerevoli epigoni, tengo ben presente i lavori di Edgar Rice Burroughs e Robert Howard.

Dove vivi e dove hai vissuto in passato?

Salvo il periodo di due anni a Roma, son sempre vissuto a Livorno la mia città natale.

Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Dal punto di vista letterario intendo continuare con le storie di Sandokan cercando di svincolare il personaggio dalle pastoie ottocentesche in cui è limitato, ma se si presentasse l’occasione potrei anche compiere altre ricerche del tipo di quelle descritte nel libro…

domenica 15 dicembre 2019

TESORI E ALTRI MISTERI DI CALAFURIA E CALIGNAIA

  1. In questi ultimi anni mi son dedicato più alla narrativa che non alla saggistica, ed ecco spiegato perchè da molto tempo non ho più scritto qui. Adesso però è l'occasione per farlo, con l'uscita del volume "RACCONTI POPOLARI" della casa editrice Alcheringa, curato da Lina Anielli. In esso vengon trattati da vari autori storie in cui la realtà e la fantasia si combinano, ma come certo sapete sotto ogni leggenda narrata dai nostri avi  c'è un fondamento storico e dunque a mio avviso è meritorio cercare di fissare su carta, abitudini, stili, e ricordi di vita che altrimenti si perderebbero in questo odierno appiattimento comune. Sono stato felice  di contribuire all'opera, con un mio scritto che ha per titolo lo stesso di questo post.
    In esso vado alla ricerca, e non solo di quello, del tesoro di Buffarini Guidi, importante gerarca nazista, fucilato alla fine della guerra. Costui avrebbe nascosto i suoi averi presso la scogliera di Calafuria, nel luogo che vede l'epilogo del film "IL SORPASSO", una zona che conosco bene, fin da piccolo.  La mia ricerca si estende anche al vicino CASTELLO DI SONNINO con le sue grotte subacquee. Non svelo nulla delle scoperte, rimandandovi al libro, ma corredo questo breve post con un paio di mie foto della zona, teatro degli avvenimenti.

sabato 5 novembre 2016

LOCKENHAUS, il castello del Graal

            In "E-nigma magazine" è stata pubblicata la prima parte del mio lungo articolo sui molti misteri del castello di LOCKENHAUS in Austria. 
          Questa è la presentazione dell'articolo che hanno messo in pubblicità: "Lockenhaus: Fabrizio Frosali indaga, in questa prima parte della sua ricerca, i misteri del castello di Lockenhaus, un luogo insolito dove, si narra, che i cavalieri templari officiassero strani rituali. Ma, Lockenhaus è importante soprattutto per la sua simbologia che mostra delle connessioni con il culto di Mithra e sembra rivelare degli importanti indizi per la Cerca del Santo Graaal" 
             Da questa parte dell'articolo ne estrapolo un piccolo pezzo...
          " ...Ma tutto questo non basta per assegnare ai templari la frequentazione del luogo, in mancanza di altri dati più probanti. Helmut Lammer in “Enigmi di pietra” ha osservato che in Siria alcuni castelli crociati avevano aperture simili nei vertici delle volte per far passare la luce. Queste aperture venivano chiamate Sahuyn in Arabia. Analizziamo allora le croci delle absidi. .Lammer e Boudjada in “Enigmi di pietra”, edizioni Arkeios 2005, affermano che in ogni abside sono inserite due croci, “una dell’ordine templare, l’altra è invece una croce latina cioè un’asta orizzontale che ne interseca una verticale di lunghezza uguale”. Tutto questo non corrisponde a verità, perché la seconda partendo dal centro è una croce potenziata come la seconda della seconda abside.
C’è poi poco distante una croce raggiata. Ve ne potrebbero essere altre. Ma oltre alle croci, templari e non, c’è un altro manufatto nel locale, una specie di parallelepipedo come quelli usati nei mitrei. Questo ha un disegno strano con dei ghirigori. A prima vista incomprensibile. Lammer e Boudjada, ci vedono “un ostiario realizzato accuratamente, sul lato frontale il simbolo dell’eresia gnostica, una coppia di serpenti intrecciati e sotto il simbolo del pane nella forma profana di una ciambella incorniciata da un arco romanico diviso in tre parti”. Ma c’è un’altra teoria ben più intrigante sulla misteriosa immagine....

sabato 18 giugno 2016

HOLGER DANSKE al castello di Kronborg

Il castello di Kronborg in Danimarca è noto principalmente per essere quello dove Shakespeare ambienta l'Amleto.  Notizie sulla costruzione si trovano facilmente su Wikipedia  e non intendo riportarle qui. Invece allego alcune mie foto fatte nell'occasione di una mia visita in anni passati al castello, dove potei fotografare la statua di Holger Danske, il guerriero danese che faceva già parte dei cavalieri di CarloMagno. Secondo la leggenda Holger dorme ancora nei sotterranei del castello e attende di  risvegliarsi quando la Danimarca sarà di nuovo in pericolo (Mi chiedo perchè non si è ancora svegliato, data l'invasione che sta subendo il suo paese ... ) Ebbene la statua di Holger è ubicata appropriatamente nei sotterranei che sono oltremodo suggestivi e qui ne vedete uno scorcio.
Fabrizio

sabato 7 maggio 2016

La piramide di KENCHREAI

Pochi lo sanno ma anche in Grecia si trovano piramidi. Non spettacolari certo come quelle egiziane ma anche queste sono del pari strutture enigmatiche. Quasi tutte sono resti informi, ma quella che si trova vicino a Kenchreai, in Argolide,  è abbastanza integra. Manca della parte superiore ma l'inclinazione delle facce è riconoscibile agevolmente. Sembra, ma il condizionale è d'obbligo, che fosse usata a  scopi militari come ossservatorio. I muri sono costituiti da grandi blocchi di pietra poligonali ben congiunti tra di loro. La base consta di 4 lati con lati di 13 e 11 metri solamente ed è composta di enormi pietre spesse 2 o tre metri . La porta di entrata è a punta similarmente ad altre costruzioni micenee . Nell'interno vi sono vari locali .  Il punto di vista dalla piramide è eccezionale. La posizione è strategica ed i tedeschi nell'ultima guerra posizionarono ben 3 posti difensivi nel passo che porta alla piramide.  La foto dove sono io da l'idea di quello che poteva essere il corpo di guardia...

mercoledì 20 aprile 2016

Castel SONNINO

Per una volta vi intratterrò su un castello italiano. Si tratta di quello appartenuto a suo tempo a Sydney Sonnino che fu ministro italiano. Il sito di Wikipedia dice le cose più importanti su questo castello e mi permetto di copiarlo.
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La costruzione del castello risale alla fine dell'Ottocento, quando il barone Sidney Sonnino decise di installarvi la propria residenza. L'area designata era occupata da un fortilizio cinquecentesco, realizzato dai Medici sui resti di una precedente fortificazione d'origine remota e facente parte di un complesso sistema per la difesa della costa (si vedano le voci Torri costiere della provincia di Livorno e Torri costiere del Granducato di Toscana).
I lavori consistettero in un ampliamento ed una elevazione della struttura preesistente, che un tempo, nota come torre San Salvatore, era costituita da una torre quadrata (il nucleo originario) preceduta da uno spalto per il posizionamento dell'artiglieria. Il maniero fu completato con l'aggiunta di una cappella esterna (1895), ancor oggi esistente ed immersa nel rigoglioso parco circostante.
Sonnino, figura di spicco nel panorama politico italiano, era fortemente legato alla sua dimora livornese: uomo burbero e severo, era affascinato dalla rude solitudine e bellezza di quel tratto di costa, che poteva dominare, per ampi tratti, dall'alto del castello. Decise perfino di esservi sepolto e pertanto, alla sua morte (1922), la sua salma fu tumulata in una grotta della scogliera, nei pressi dello stesso fortilizio.
Attualmente il castello è una residenza privata e quindi non accessibile al pubblico, salvo che in occasioni particolari, come nel corso delle "Giornate del FAI" tenutesi nel 2007, quando la proprietà ha aperto la dimora ai livornesi e ai numerosi turisti.
Inoltre il maniero è dotato di un porticciolo privato, dove sorge una piccola torre neomedioevale, capace di ospitare al massimo 10 piccole imbarcazioni e privo di qualsiasi servizio; i fondali sono molto bassi (1 - 1,50 metri). 
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Aggiungo solo questo di particolare interesse per gli amanti del mistero. Poichè il castello privato non era visitabile, nella mia infanzia si vociferava che esistesse al suo interno una scala lunghissima che arrivava sino al mare, in un porticciolo interno,  dove forse potevano attraccare piccoli sottomarini con un percorso subacqueo.
Inoltre, e questo Wikipedia non lo dice, nella piccola chiesetta che si trova nascosta nel verde della macchia, è custodita una pietra "magica" che donerebbe una vita lunghissima al solo toccarla. Tutta la scogliera abbonda di leggende un'altra è quella del tesoro nascosto da Buffarini Guidi in ambiente subacqueo, ma ve ne parlerò magari un'altra volta . Qui potete osservare il magnifico panorama che si gode da questo luogo unico nel suo genere, la tomba di Sydney Sonnino in una caverna che si affaccia sul mare e la pietra magica che, potete osservare, ha impressi dei simboli templari.
Copyright foto Fabrizio Frosali.   .

domenica 17 aprile 2016

Il castello de LA CALAHORRA



Uno dei più intriganti e strani castelli che si possono incontrare in Andalusia è certamente quello della Calahorra che forse qualcuno ricorderà di aver visto come rifugio e quartier generale del famigerato El Raisuli, capo dei berberi del Riff, interpretato da Sean Connery nello splendido film “Il vento e il leone”. 

Il castello vero e proprio si trova invece ai piedi della Sierra Nevada in Andalusia, prospiciente al villaggio della Calahorra, da dove parte o partiva un treno con locomotiva visto in innumerevoli western italiani, compresi quelli di Sergio Leone . Col fermo immagine in una delle prime scene di “Per qualche dollaro in più” si può scoprire il castello  piccolissimo in alto sul suo poggio  naturale.
E’ uno dei primi castelli rinascimentali costruiti fuori dall’Italia e  il primo in Andalusia. La sua costruzione risale al 1509 ma le fondamenta sono più antiche e hanno origini moresche.  
Consiste di quattro torri tozze di dimensione diversa l’una dall’altra e da una impressione di austerità che meglio fu raccolta dal film di Milius.  L’interno invece è sorprendentemente sontuoso con una splendida corte colonnata di marmo.


I re cattolici consegnarono il castello a suo tempo al Cardinal Mendoza che aveva giocato un ruolo importante nella riconquista di Granada. Passò poi al suo figlio illegittimo, il marchese di Zenete, che viaggiò in Italia e conobbe alcune figure leggendarie tra cui la nefasta Lucrezia Borgia che corteggiò e che intendeva sposare . Fu lui che abbellì l’interno del castello coi marmi di Carrara, ma ciò non gli valse a rimanerne proprietario,  nonostante fosse stato  riconosciuto come figlio dal cardinale. Fu infatti obbligato a lasciare il maniero, dopo aver rapito una giovane nobildonna che aveva rifiutato (anche lei…) di sposarlo… 

Foto copyright di Fabrizio Frosali  (visibile in basso...)