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venerdì 13 novembre 2009

Misteri della Provenza: MONTMAJOUR


Montmajour

Collina sacra che una volta era un’isola circondata da acque stagnanti (similarità con Glastonbury) fu fondata da monaci che evocavano s. Trofimo, inviato da S.Pietro in Gallia. Questo si sarebbe rifugiato in una grotta di Montmajour; oppure Childerico figlio di Clodoveo avrebbe costruito la chiesa dopo aver incontrato un gruppo di monaci ma indubbiamente il luogo è più antico, la collina fu prima abitata da popolazioni preistoriche, poi dai celti e dai romani: ma le tombe rupestri? Forse una grande battaglia avvenne qui vicino.
Ai fedeli che venivano qua nel medioevo il 3 maggio e che lasciavano un’offerta, era garantito il perdono (concesso nel 1030) poiché l’accesso in barca era difficile, fu costruita la cappella della Santa Croce (ne conteneva una parte). Nel xv secolo l’abbazia, per la guerra dei cento anni, decadde: Le bande di Arnaud de Cervoge detto l’arciprete seminarono morte e distruzione. Nel 1368 Du Guesclin pose l’assedio a Arles. Fu decisa allora la fortificazione dell’abbazia : Raymond de Turenne, predone di le Baux saccheggiava Arles e le campagne epidemie di peste nera e la decisione di Innocenzo VIII che ridusse la casa madre di Montmajour a una semplice commenda di S. Antonio: Si era diffuso infatti il potere delle reliquie del Santo che nella vicina prioria di la Motte en Viennois poteva guarire dal fuoco di S. Antonio. La rinascita avvenne per merito della congregazione benedettina di S. Maur che agiva secondo il più rigoroso rispetto della loro regola e soppianto l’ordine di monaci preesistente, Questi svuotarono l’abbazia di ogni bene ma malgrado le avversità , tra cui il pagamento per molti anni della commenda all’abate, designato dal re, i maurini riuscirono a ricostituire l’abbazia dalle sue rovine.
La parte più bella per il sottoscritto, dell’abbazia è la cappella di S. Pietro. Ci si arriva da una porta del xiv secolo guardata da un s. Pietro con le chiavi in mano . E’ interamente scavata nella roccia e benché di ridotte dimensioni il vano meridionale è una vera chiesa con navata coro e abside. la costruzione risale al 1030 circa, è uno degli esempi più importanti del primo romanico provenzale insieme con la cattedrale di s. Victor a Marsiglia e con Vaison la Roumaine. L’atrio a ovest era usato per le sepolture, dopo il coro a est c’è un’abside semicircolare. Si dice che fosse abitata da un monaco misterioso il cui nome è ignorata , ma che avrebbe occupato uno dei più alti ranghi nella gerarchia benedettina.
La necropoli: le tombe più antiche sono antropomorfe, sono con i piedi ad est e la testa a Ovest. Le più piccole non sono di bambini, ma dei resti o ossari.
Vi sono molte tombe anche attorno alla cappella della vera croce, essa è composta di quattro absidi semicircolari intorno a una campata con volta.
Cripta di S. Benedetto: poiché l’abbazia è su una collina, la funzione della cripta è di correggere l’inclinazione naturale del suolo,forse era qui che si conservava la vera croce. Vi sono poi gli edifici medioevali e le fortificazioni di cui resta una bella torre.
Nel chiostro del XII secolo troviamo la Tarasca, la Salamandra, Jona e la balena, Salomone e la regina di Saba , il più misterioso è un uomo assiso che carezza due chimere dalla testa di capro.
Anche Van Gogh ritrasse le costruzioni dell’abbazia. Il chiostro è una variante di quello di Arles, con le sue volte a botte rinforzate da un arco diagonale negli angoli. Molti pezzi della decorazione non poterono esser rimessi a poste e dunque specie nell’ala nord vi sono molti restauri.
Fabrizio Frosali

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