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giovedì 16 settembre 2010

STORIE E LEGGENDE DELLA TRANSILVANIA- I monaci alchimisti di Vintu de Jos



A Vintu de Jos c'era una volta un monastero dominicano. Nel 14esimo secolo questo era abitato da monaci versati nell'arte dell'alchimia, nonostante questa pseudoscienza fosse vietata dalle leggi e dalla chiesa. I monaci vestivano pastrani bianchi con delle enormi croci e pesanti catene d'argento e questo intimoriva gli abitanti che non li denunciavano. La leggenda dice che riuscirono a scoprire il mezzo per fabbricare l'oro e la ricerca archeologica in un certo qual modo conferma il fatto. Tra le altre cose e' stato infatti scoperto un braccialetto d'oro che mostra un animale favoloso a quattro zampe, col collo di serpente e un muso di uccello nell'atto di emettere fuoco dal becco. Intorno a questo vi sono segni cabalistici, il sole e la luna.
Le immagini che vedete mostrano le rovine del castello Martinuzzi che si trova appunto a Vintu de Jos ed un ritratto del cardinale dallo stesso nome che fu ucciso nel castello nel 1551 dagli uomini del generale Giambattista Castaldo, al soldo dell'imperatore Ferdinando di Asburgo, sotto l'accusa di aver stretto una segreta alleanza con i turchi.

STORIE E LEGGENDE DELLA TRANSILVANIA- DABACA la fortezza dei giganti





Attraverso varie campagnie di scavo durate decenni e' stata messa in luce questa enorme fortificazione risalente all'ottavo secolo. Il sito si estende per 5 ettari ed era protetto da dighe difensive e palizzate. E' stato accertato che la fortezza fu distrutta a seguito dell'invasione mongola del 1241 e piu' tardi parzialmente ricostruita. Le mura sono larghe da 2,30 a 4 metri e raggiungono un'altezza di 3, 4 metri.
Antiche leggende dicono che una volta la fortezza era abitata da giganti che ci portavano sacchi di sale e ci passavano la notte per paura di essere uccisi dagli abitanti dei villaggi vicini.
Come tutte le leggende anche questa ha un fondo di verita' perche' Dabaca faceva parte del sistema di fortezze che controllavano il commercio del sale e fu conquistata verso il 1200 dalla etnia Peceneg, i cui cavalieri venivano soprannominati "giganti".

STORIE E LEGGENDE DELLA TRANSILVANIA- CHEILE TURZII e NICHITA BALICA




Alla continua ricerca di storie strane e misteriose, nelle vicinanze di Cluj Napoca dove al momento mi trovo, mi sono imbattuto in questi giorni nella storia strana e fosca di Nichita Balica che era un rivoltoso nei primi anni del diciottesimo secolo. Veniva da Petrestii de Jos, si arruolo' sotto Francisc Rakoczi II e presto arrivo' a comandare un reggimento. Egli fortifico' due grotte chiamate Cetateaua Mare e Cetateaua Mica nella gola di Cheile Turzii, da cui lanciava devastanti attacchi contro l'armata imperiale. Sconfitto dagli austriaci, resiste' comunque nelle due grotte anche dopo la cessazione delle ostilita' per un anno intero. Alla fine fu arrestato nel 1712 e gli fu data una esemplare punizione, tipica per questi luoghi: fu impalato e il suo corpo mostrato pubblicamente alla intersezione della strada che si biforca e porta alle due grotte.
Queste esistono ancora benche' di difficile accesso, in un luogo splendido e selvaggio. Malgrado la piu' grande misurasse solo m. 40 x 30 poteva ospitare al bisogno centinaia di persone.
L'illustrazione del fortilizio qui mostrato, e' invece un'opera piu' recente benche' riporti il nome e la leggenza di Balica.
Fabrizio Frosali

giovedì 2 settembre 2010

ROYSTON CAVE, caverna dei templari





Uno dei luoghi più misteriosi collegati al fantomatico ordine dei Templari, è Royston Cave. Questa caverna fu scoperta accidentalmente nel 1742. Sopra a dove è attualmente la caverna, si teneva un mercato, e, nello scavare un buco per piantarci qualcosa, fu scoperto una specie di pozzo che in basso si allargava, con la struttura pressapoco di una bottiglia. Si calò per primo un ragazzo e così fu scoperta questa caverna CHE NELL'INTERNO ERA TUTTA ISTORIATA DA INCISIONI MEDIEVALI. Nessuno sa quando queste incisioni sono state fatte e perchè, ma vi sono simboli che le fanno risalire ai templari, come i due cavalieri su un solo cavallo. Vi è anche una sheela na gig, quella strana figura femminile che si manipola l'organo sessuale opportunamente allargato, simbolo tra l'altro di fertilità, e poi Dei pagani e Dei cristiani. Attualmente si accede alla caverna, che ora giace sotto una strada, da un portone laterale, che da in una galleria sotterranea artificiale che permette di scendere nella cavità istoriata a forma di bottiglia. (In una immagine i due cavalieri sul solo cavallo).
Fabrizio Frosali