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venerdì 6 novembre 2009

Misteri della Provenza: ARLES


ARLES -
Antica città romana, centro religioso del Medio Evo, conserva grandi resti del suo glorioso passato: i suoi monumenti più importanti sono senza dubbio le arene ed il teatro, gioielli dell'epoca romana, ed il portale e il chiostro della chiesa di S. Trophime...
Arles è posta proprio alla punta, all'inizio della Camargue, le sue origini sono molto antiche, d'altronde in tutta la Provenza si trovano, in cima a molte colline, resti d’oppidum, che risalgono ad un'epoca precedente alla colonizzazione romana. La città fu fondata dai celtoliguri, e poi colonizzata dai greci di Marsiglia nel sesto secolo prima di J. C. ma conobbe il suo sviluppo principale quando il console Mario fece collegare nel 104 a. C. il Rodano al golfo di Fos con un canale navigabile. E' inoltre un punto di passaggio,il più meridionale sulla strada che collega l'Italia alla Spagna, l'antica Via Domiziana.
Come dicevo, tra le cose più interessanti da vedere in Arles, fruibili anche con una comoda passeggiata nel centro, sono i resti romani, le arene ed il teatro. Particolarmente interessante è il teatro in quanto, costruito probabilmente alla fine del primo secolo dopo Cristo, fu trasformato in fortezza nel medio Evo. I resti medioevali e quelli romani si fondono armoniosamente. Dall'alto della torre che domina la porta d'ingresso si gode il panorama della città, delle Alpilles e della vicina abbazia di Montmajour alla periferia cittadina Vicinissime tra loro sono le cose più rimarcabili di Arles, ma noi siamo venuti a cercare qualcosa di strano e di diverso non è vero? Allora addentriamoci un poco in una visione un pò particolare di questa bella città.
La torre di Roland: non si tratta del paladino nipote di Carlomagno, ma dell'arcivescovo Rotland il personaggio da cui la torre ha preso il nome. Questa torre è invece l'unico resto della dominazione araba e fu fatta costruire da Abd al Rhaman. L'arcivescovo fu fatto prigioniero e restituito dietro pagamento di un enorme riscatto ma i saraceni non restituirono altro che il suo cadavere vestito sontuosamente con le sua mitra in capo.
ST. Trophime: il portale è tutto consacrato ai leoni. In basso troviamo Ercole ed il leone di Nemea, poi Daniele nella fossa dei leoni : va rimarcato che nella simbologia romana i leoni rappresentano i cristiani. Ci si stupisce allora degli episodi rappresentati
Anche il chiostro di S. Trophime è strano: troviamo la Tarasca, mostro serpentiforme, di casa in Provenza, con sei piedi e coda da rettile, poi un leone con la testa enorme che domina una donna nuda supina, una sirena con la coda tra le mai, un’altra donna nuda sopra un cane dalla coda di delfino, con due bambini con la testa in basso ecc
Ma chi era S.. Trophime? Secondo alcuni un discepolo di S. Paolo, secondo altri compagno di Gamaliele in tutti i casi fu colui che raccolse la testa di S. Etienne il primo martire cristiano, e la portò in Provenza, coincidenza vuole che sbarcò con Maria Maddalena, S.. Marta e s. Lazzaro. Venne in seguito a predicare a Arles.

Poema epico.
Arles, liberata dai mori da Carlo Martello nel 735, ha dato vita a un ciclo di Chansons de gestes ; Il poema des Alyscamps racconta della battaglia tra Guglielmo d’Orange e gli infedeli nella piana di Arles, e della morte di suo nipote Vivine simbolo del cavaliere cristiano; Carlomagno è l'eroe di diversi poemi tra cui "La vie de ST Honorat" e le" Kaiser chronik".
Quest’ultimo, secondo un manoscritto del 1373 che appartenne al marchese de Sade, dice che non si potevano dopo la battaglia distinguere i cadaveri dei maomettani da quelli dei cristiani: Dio fece allora apparire dei cerchi di pietre ben ordinati intorno a quelli dei cristiani. Si racconta che le anime dei saraceni insepolti vaghino ancora negli Alyscamps e che anche Rolando (Orlando) sia sepolto qui da qualche parte
Fabrizio Frosali

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